Uso dell’ipoclorito di sodio in odontoiatria.
di Jacopo Cioni
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L’uso dell’ipoclorito di sodio in campo odontoiatrico è di vecchia data, è sempre stato usato, addirittura esistevano anche dei collutori a base di ipoclorito che poi sono stati ritirati dal mercato, non si capisce bene perchè, forse funzionavano.
L’impiego canonico dell’ipoclorito di sodio al 5,25% è nelle terapie endodontiche, viene infatti usato in alternanza con l’EDTA che è un chelante del calcio.
L’ipoclorito viene inserito nel sistema canalare durante la devitalizzazione per adempiere a due principali funzioni, la prima è quella disinfettante, la seconda è quella digestiva del materiale organico necrotico, oltre naturalmente ai microrganismi uccisi. Questi lavaggi sono fondamentali per ottenere un lume canalare deterso e quanto più disinfettato possibile.
E una buona prassi usare l’ipoclorito riscaldato a circa 37°C in quanto la reazione chimica digestiva e disinfettante viene potenziata.
Una attivazione migliore dell’ipoclorito
si ottiene anche con strumenti subsonici che sfruttando l’effetto cavitazione e in parte mantenendo caldo l’ipoclorito. I due effetti combinati ne aumentano l’efficienza. Il procedimento consiste nel riempire il i canali di ipoclorito e poi introdurre uno strumento sub sonico nel sistema canalare e farlo agire per alcuni secondi, ripetendo anche più volte la procedura. L’effetto sub sonico permette all’ipoclorito di raggiungere arre di difficile accesso a causa della tensione superficiale.
Un metodo non convenzionale ma risolutivo in situazioni di infezione persistenti che non recedono alle convenzionali manovre è usare l’ipoclorito in combinazione con un bisturi elettrico. La tecnica è la stessa descritta per lo strumento subsonico, ma in questo caso è il bisturi elettrico ad essere introdotto nel lume canalare. L’applicazione della differenza di potenziale generata dal bisturi elettrico determina una vaporizzazione dell’ipoclorito permettendogli di raggiungere gli anfratti più reconditi. Inoltre la corrente elettrica agisce con un effetto colliquazione sui tessuti periapicali infetti riducendo notevolmente i microrganismi vitali. Questa operazione va condotta sotto aspirazione forzata per eliminare i fumi della vaporizzazione dell’ipoclorito stesso che fuoriescono dal dente.
Un altro uso che si può fare dell’ipoclorito di sodio in campo operativo odontoiatrico è nella terapia chirurgia estrattiva. Infatti uno sciacquo con ipoclorito di sodio diluito in acqua al 2% prima dell’intervento permette di ridurre notevolmente la carica batterica presente in bocca. Ridurre la carica microbica significa poter operare in un campo più “pulito” rischiano meno l’instaurarsi di un’infezione post chirurgica. Questo procedimento è comunque consigliabile prima di qualsiasi manovra odontoiatrica proprio per ridurre l’eventualità sopra citata, evento possibile a causa delle nostre manovre operative, cruente o meno.
Nella chirurgia post estrattiva invece si può usare l’ipoclorito di sodio per una disinfezione locale. Il procedimento è fatto mediate del cotone strettamente arrotolato su di una pinzetta e imbevuto di ipoclorito di sodio. Il cotone è introdotto nell’alveolo sanguinate in maniera da disinfettare al meglio la sede. Questa procedura anche se non convenzionale e da pochi conosciuta permette di abbassare notevolmente la carica batterica locale e quindi di ridurre drasticamente i rischi infettivi e di alveoliti post-estrattive.
Altro uso dell’ipoclorito di sodio in campo odontoiatrico è nella terapia delle carie. Dopo l’asportazione del tessuto demineralizzato dalla carie mediante ausili ruotanti si può con una pellet di cotone imbevuta di ipoclorito disinfettare la cavità in maniera da ridurre la carica microbica. I batteri dato la loro piccola dimensione possono penetrare nei tubuli dentinali, l’uso dell’ipoclorito riduce questa carica microbica rendendo più sicure le manovre successive di otturazione.
Altri impieghi in odontoiatria dell’ ipoclorito sono per la disinfezioni delle superfici operative e per la disinfezione dell’unità operativa, il riunito odontoiatrico. E’ estremamente efficace nella detersione del sistema di aspirazione come anche nella detersione del sistema idrico del riunito che porta l’acqua ai vari strumenti operativi, ruotanti o meno. Si può impiegare anche nella pulizia del pavimento e di qualsiasi oggetto metallico, di vetro o di ceramica. Una buona disinfezione delle superfici operatorie è fondamentale nella prevenzione delle infezioni crociate.
Durante il suo uso si deve porre sempre la massima attenzione a non bagnare i vestiti se non vogliamo rovinarli.
Esistono poi innumerevoli usi farmacologici attraverso l’uso dell’ipoclorito di sodio, un uso esterno in molte patologie sia odontoiatriche che dermatologiche. Questi studi sono stati approfonditi dal Dott. Gilberto Ruffini che ha pubblicato anche un libro in merito; vi rimando al suo sito web che è molto interessante da leggere. Metodo Ruffini
Dott. Jacopo Cioni
Ipoclorito di sodio e candeggina ace sono la stessa cosa? È possibile utilizzare quest’ultima in odontoiatria?
Assolutamente no, l’ace contiene ipoclorito come sostanza prevalente, ma contiene anche altre sostanze come ad esempio i tensioattivi.
Ho fatto una pulizia del canale dentale di un molare devitslizzato con ipoclorito di sodio, ma questo mi ha provocato un forte dolore e bruciore in tutto il viso con conseguente guancia gonfia e livida. È possibile che abbia avuto una reazione allergica?
Salve
Senza un test allergologico non si può essere certi.
Potrebbe essere stato un passaggio oltre apice del liquido che ha provocato una reazione infiammatoria.
Dott. Jacopo Cioni
Salve.
Riassumo il mio commento con un “Grazie”